Alle Origini di un'Avventura Intellettuale 🌍📚
Nel variegato panorama delle riviste accademiche, c'è una perla nascosta nel Salento che brilla di luce propria: Palaver 🌿✨. Nata nel 1990 come pubblicazione dello Study Group working on the Literary Culture of Africa and of the Diaspora presso l'Università di Lecce (oggi Università del Salento) 🎓, questa rivista scientifica semestrale si è affermata nel corso degli anni come un punto di riferimento imprescindibile per gli studi antropologici, linguistici e letterari, grazie alla sua visione interdisciplinare, al suo respiro internazionale e alla sua capacità di esplorare le dinamiche culturali e le relazioni interculturali da una prospettiva originale e stimolante. 🔍
La storia di Palaver è una storia di passione, impegno e curiosità intellettuale. Tutto iniziò nel giugno del 1989, quando un gruppo di studiosi accomunati dall'interesse per le black cultures, e in particolare per il fenomeno migratorio dall'Africa verso l'Europa 🌍🛳️, decise di unire le forze per esplorare la produzione artistica e letteraria nata dal contatto tra i due continenti nel passato coloniale e nel presente. Tra i promotori di questa avventura c'erano Bernard Hickey, un professore australiano di Letteratura inglese dalla vasta esperienza internazionale, e Maria Rosaria (Marisa) Turano, una ricercatrice esperta in letteratura e storia dell'Africa. Due figure carismatiche e appassionate.
Un Percorso di Crescita e di Apertura 🔭🌍
Il primo numero della rivista uscì nel 1990, con il sottotitolo "Myth and Literature" e una copertina nera con caratteri bianchi e un albero stilizzato, diventato poi il logo dell
a testata 🌳🖌️. Un numero zero sperimentale, seguito nello stesso anno dal primo volume vero e proprio, denso di contributi originali e stimolanti. Fin da subito, Palaver si caratterizzò per la sua vocazione internazionale e per la sua capacità di far dialogare voci e prospettive diverse, eleggendo la città di Lecce a fulcro dinamico di osservazione e stimolo di un dibattito globale. 🌍🗣️📍Negli anni successivi, la rivista ha vissuto diverse fasi e trasformazioni, seguendo l'evoluzione del gruppo di studiosi che ne animava le pagine. Nel 2006, il Gruppo di studio sulle culture letterarie dell'Africa e della diaspora si trasformò nell'Osservatorio sulle Diaspore, le Culture e le Istituzioni dei Paesi d'Oltremare 🔭🌍, per poi diventare nel 2006 il Centro Studi su Capo Verde – il territorio insulare e la sua diaspora in Africa, America, Europa – e sulle piccole isole 🏝️🌎. Un percorso di crescita e di apertura, che ha permesso a Palaver di stringere collaborazioni e protocolli d'intesa con numerose istituzioni internazionali e di ampliare i propri orizzonti di ricerca. 🤝🌐
La Svolta Digitale e l'Affermazione di un Modello 💻
Il punto di svolta per la rivista arrivò nel 2010, quando, in seguito alla prematura scomparsa di Marisa Turano, il Dipartimento di Scienze sociali e della comunicazione dell'Università del Salento decise di tenere in vita il Centro studi su Capo Verde e le piccole isole e di affidare a Eugenio Imbriani la cura degli atti del convegno
internazionale "Navigazioni nelle isole dell'Africa e del Mediterraneo" 🗺️ , organizzato già da Marisa. Fu in quell'occasione che nacque l'idea di riprendere la pubblicazione di Palaver in una veste nuova e "regolare": registrata presso il Tribunale di Lecce, con periodicità semestrale e, soprattutto, in formato elettronico, grazie al servizio di Editoria Scientifica Elettronica (ESE) dell'Università del Salento. 🔍📰 Una scelta lungimirante e coraggiosa, che ha permesso a Palaver di superare i limiti della pubblicazione cartacea, grazie all'accesso libero ai testi 🔓📖, di rispettare con puntualità i tempi delle uscite (fissate agli equinozi di ogni anno) ⏰🌞🌚 e di dotarsi di codici e-ISSN e DOI per gli articoli.
Nuovi Orizzonti di Ricerca e Riconoscimenti🌍🔍🗺️
Se il primo numero della nuova serie, uscito nel 2012 e dedicato alla memoria di Marisa Turano, segnò in qualche modo la fine di un ciclo, con un focus ancora molto centrato sull'Africa e sulle letterature della diaspora, negli anni successivi la rivista ha assunto un orientamento più spiccatamente antropologico, pur mantenendo un approccio interdisciplinare. L'ambito privilegiato della ricerca è diventato l'Europa mediterranea 🌊🏛️, con una particolare attenzione ai Balcani 🏔️ e alla cultura popolare 👥. Alcuni numeri della rivista sono monografici o contengono sezioni monotematiche, ma in generale Palaver preferisce non ancorare la progettazione delle annate a schemi troppo rigidi, lasciando spazio alla varietà e all'attualità dei contributi. 📚🌈Oggi Palaver (e-ISSN 2280-4250) è una rivista semestrale di classe A per il settore disciplinare M-DEA/01 🏆, un traguardo che premia la qualità e l'impatto delle ricerche pubblicate sulle sue pagine. Ma al di là dei riconoscimenti formali, ciò che rende davvero speciale questa rivista è la sua capacità di restare fedele alla prospettiva dialogica che si condensa nel suo titolo ("Palaver" significa infatti "parlare, discutere, confrontarsi" 🗣️💬) e al retaggio costituito dalla sua prima vita "movimentista". 🌍🕊️
Uno Sguardo sul Mondo Interculturale
Palaver non ha una vocazione territoriale, ma una forte spinta internazionalista 🌐. Il luogo in cui ha sede, Lecce, al confine orientale del Paese, costituisce il punto di osservazione privilegiato da cui volgere lo sguardo sul resto del mondo 👀🌍. La rivista si propone come strumento di indagine e di analisi che un determinato territorio ha prodotto per fornire a se stesso e a chi voglia partecipare al gioco occasioni di conoscenza e di dibattito 💡🗣️. Sul piano metodologico, viene privilegiata un'attenzione al dato documentale, sia l'argomento di carattere etnografico, sociolinguistico, storico-antropologico 📑, ma non mancano contributi di carattere teorico, specialmente se rivolti alle questioni che emergono dal confronto con la realtà attuale: migrazioni, antropocene, patrimonializzazione… Sfogliare le pagine di Palaver significa immergersi in un caleidoscopio di temi, approcci e prospettive 🔍🌈, seguendo il filo rosso dell'antropologia culturale e dell'attenzione alle dinamiche interculturali. Significa confrontarsi con una comunità di studiosi appassionati e curiosi 🤓💡, che hanno scelto di fare della ricerca uno strumento di dialogo e di impegno civile. Significa, soprattutto, accettare la sfida di guardare il mondo da una prospettiva "eccentrica" 🌍👀, quella di una rivista nata in una città di confine come Lecce, crocevia di culture e di storie 🏛️🌊, che ha saputo fare della sua perifericità un punto di forza e di originalità. 💪🌟
Come ci ricorda Eugenio Imbriani, direttore di Palaver, "conta il luogo da cui si guarda, in cui si osserva quel che accade" 👀🗺️. E se è vero che "l'esperienza vivifica la teoria e ne è guidata" 🔍💡, c'è anche un aspetto più intimo e sentimentale della comprensione, che ci spinge a non accontentarci dei dati statistici e delle spiegazioni preconfezionate, ma ad andare a vedere con i nostri occhi, a sporcarci le mani con la realtà, a cercare di capire i fenomeni sociali e culturali a partire dalle storie e dai volti delle persone che li vivono. 🌍🙌👥
È questa la lezione più preziosa che Palaver ci consegna, numero dopo numero, equinozio dopo equinozio ⏰🌞🌚: non ti fidare, vai a vedere 👀🔍. Un comandamento dell'antropologia, ma anche un invito a non rinchiudersi nelle cosiddette “torri d'avorio” dell'accademia, a non accontentarsi delle risposte facili e scontate, a mettersi in gioco e in ascolto, per costruire una conoscenza sempre più ricca, sfaccettata e inclusiva. 🎓🌈🗣️
Per saperne di più su Palaver e per accedere gratuitamente a tutti i suoi contenuti, visitate il sito della rivista: http://siba-ese.unisalento.it/index.php/palaver/index 🌐📖
E che il viaggio abbia inizio! Buon Palaver a tutti! 🌍🗣️📚
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