Nel cuore del Mediterraneo 🌊, un team di ricercatori dell'Università del Salento in collaborazione con l’Institute of Marine and Atmospheric Reaserch dell’Università di Utrecht (IMAU) ha condotto uno studio pioneristico sulla presenza di microplastiche e nanoplastiche nei mitili della regione pugliese. Questo lavoro, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Communications Earth & Environment 📚, rappresenta un importante passo avanti nella comprensione dell'inquinamento da plastica nei nostri mari 🌍.
Il Team e lo Studio 👩🔬👨🔬
La Dottoressa Fraissinet, insieme ai Professori Giuseppe E. De Benedetto del Laboratorio di Spettrometria di Massa Analitica, Cosimino Malitesta del Laboratorio di Chimica Analitica ed i Dr. Rupert Holzinger e Dr. Dusan Materić, dell’IMAU, ha utilizzato una tecnica innovativa chiamata Thermal Desorption - Proton Transfer Reaction - Mass Spectrometry (TD-PTR-MS) 🧪 per analizzare i mitili🐚. Questa metodologia all'avanguardia ha permesso loro di rilevare particelle di plastica anche solo di 20 nanometri di dimensione, più piccole della lunghezza d'onda della luce visibile! 🔍✨
Lo studio ha esaminato cinque campioni di mitili, analizzando in dettaglio la distribuzione delle dimensioni delle particelle di plastica da oltre 2,2 micrometri fino a soli 20 nanometri🔬. Questo approccio dettagliato ha fornito una visione senza precedenti della contaminazione da plastica in questi importanti organismi marini .
Il cuore dello studio risiede nell'analisi combinata di diverse frazioni dimensionali di plastica, dalla scala micro alla nano. I ricercatori hanno utilizzato una tecnica di filtrazione a cascata, separando le particelle in sei diverse classi dimensionali. Questo ha permesso loro di ottenere un quadro completo della distribuzione delle plastiche nei tessuti dei mitili 📊, rivelando che le particelle più piccole (20-200 nm) sono presenti in quantità significative, paragonabili o addirittura superiori alle microplastiche più grandi.
Un aspetto particolarmente innovativo della ricerca è stata l'identificazione chimica delle plastiche trovate 🧪: utilizzando la tecnica TD-PTR-MS, il team è stato in grado di determinare non solo la quantità, ma anche il tipo di polimeri presenti. Questo ha rivelato una diversità sorprendente di plastiche, ciascuna con potenziali impatti diversi sull'organismo ospite e sull'ambiente 🌿.
Risultati Sorprendenti 📊😮
I risultati dello studio sono stati a dir poco sorprendenti:
● Tutti i mitili analizzati contenevano microplastiche e nanoplastiche 😱
● Le concentrazioni variavano da 10 a 187 nanogrammi per milligrammo di peso secco di cozza 📏
● Le particelle più abbondanti erano quelle di dimensioni superiori a 2,2 μm e quelle tra 20-200 nm 🔬
Ma cosa significano questi numeri per noi? 🤔
Immaginate di prendere un granello di sale e dividerlo in un milione di parti: ecco, stiamo parlando di particelle di quella dimensione che si accumulano nei mitili, fungendo da indicatori della contaminazione dell'intero ecosistema marino! 🌊
Un Cocktail di Plastiche 🧪🍸
Lo studio ha rivelato una vera e propria "insalata di plastica" nei mitili, con la presenza di:
● Polietilene (PE): il materiale dei sacchetti della spesa 🛍️
● Polivinilcloruro (PVC): comunemente usato nelle tubature 🚰
● Polistirene (PS): presente nei contenitori per alimenti usa e getta 🥡
● Polipropilene (PP): utilizzato nei tappi delle bottiglie 🍶
● Polietilene tereftalato (PET): il materiale delle bottiglie di plastica 🥤
● Particelle provenienti da pneumatici: un inquinante spesso dimenticato 🚗
Questa varietà di plastiche riflette la complessità del problema dell'inquinamento nei nostri mari. Ogni volta che usiamo un oggetto di plastica, c'è il rischio che una parte di esso finisca nel mare, contaminando l'intero ecosistema marino 🍣🌊.
Implicazioni per la Salute e l'Ambiente: Un Ecosistema Interconnesso 🌿🌊🩺
Lo studio condotto dal team rivela un quadro complesso degli effetti delle micro e nanoplastiche sul nostro ambiente marino e, indirettamente, sulla nostra salute.
I mitili, possono fungere da "organismi sentinella", indicando il livello di contaminazione dell'ambiente marino. La loro capacità di filtrare grandi quantità di acqua li rende eccellenti indicatori della presenza di inquinanti, incluse le micro e nanoplastiche. Questo ci fornisce preziose informazioni sulla salute generale dei nostri mari 🐚🔍.
L'implicazione per la salute umana deriva da una considerazione più ampia: se i mitili contengono queste particelle, è probabile che anche altri organismi marini, inclusi i pesci che consumiamo 🐠🍽️, possano essere contaminati. I ricercatori stimano che le persone in Europa potrebbero ingerire fino a 2 mg di nanoplastiche all'anno attraverso il consumo di cozze. Queste particelle nanoscopiche potrebbero potenzialmente attraversare le barriere biologiche nel nostro corpo, con effetti ancora non del tutto compresi sulla nostra salute.
🌍Ma l'impatto va ben oltre la potenziale contaminazione diretta. Il danno all'ecosistema marino causato dalle plastiche ha conseguenze a lungo termine che tornano a colpire anche noi. La contaminazione si amplifica risalendo la catena alimentare, influenzando la salute e la riproduzione di specie marine più grandi. Inoltre, il mare produce oltre il 50% dell'ossigeno che respiriamo e assorbe grandi quantità di CO2. Danneggiando l'ecosistema marino con l'inquinamento da plastica, compromettiamo questi servizi essenziali che il mare ci offre gratuitamente 🐠🌊..
Alla fine, tutto torna all'uomo: potremmo consumare prodotti ittici contaminati, respirare aria meno pulita, e vivere su un pianeta il cui delicato equilibrio è sempre più minacciato.
La ricerca mette in luce la necessità di:
Sviluppare ancora di più metodi chimico-analitici per il monitoraggio delle nanoplastiche 🔬
Approfondire ulteriormente la comprensione dei meccanismi di assorbimento di queste particelle 🧠
Studiare con maggiore intensità gli effetti a lungo termine dell'esposizione alle nanoplastiche 📚
Implementare con più forza politiche di gestione dei rifiuti efficaci 🗑️
Un Monito per il Futuro 🔮
Questo studio non è solo un'analisi scientifica, ma un grido d'allarme per tutti noi 🚨. Ci ricorda che ogni pezzo di plastica che produciamo e non ricicliamo correttamente potrebbe finire nel nostro mare, danneggiando l'intero ecosistema marino 🍴.
Il lavoro della dottoressa Fraissinet in sinergia con i docenti dell’ UniSalento ed i colleghi dell’Università di Utrech ci ha fornito gli strumenti per comprendere meglio questa minaccia invisibile. Ora sta a noi, come società, agire su queste informazioni per proteggere i nostri mari, la nostra salute e il nostro futuro 💪🌊.
Conclusione: Un Invito all'Azione 🌟
Ogni volta che scegliamo di usare una borsa riutilizzabile invece di un sacchetto di plastica 🛍️, o che partecipiamo a una pulizia della spiaggia 🏖️, stiamo contribuendo a un futuro più pulito per i nostri mari e per noi stessi.
Non si tratta solo di proteggere i mitili o i pesci, ma di salvaguardare l'intero ecosistema di cui facciamo parte. Perché, in fin dei conti, proteggere i nostri mari significa proteggere noi stessi 🌍💙.
Per approfondire ecco l'articolo pubblicato su Nature: https://www.nature.com/articles/s43247-024-01300-2
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