Un Mistero da Svelare 🔍
Il tarantismo, come abbiamo visto nel nostro articolo, è un fenomeno che ha affascinato e incuriosito studiosi e appassionati per secoli. Ma cosa si cela dietro questo antico rito che ancora non sappiamo? Ci sono altri approcci alle sue vere origini?
Per rispondere a queste domande, dobbiamo seguire le tracce di un detective molto speciale: il dott. Romualdo Rossetti 🕵️♂️🕷️📖.
Il dott. Rossetti è un esperto di ermeneutica del mito classico e di antropologia culturale, e ha dedicato anni di studio per svelare i segreti del tarantismo. E sapete cosa ha scoperto? Che il tarantismo potrebbe essere strettamente legato a un antico culto greco dedicato ad Asclepio, il dio della medicina e della guarigione 🩺 (leggi il suo articolo a riguardo).
Il Dio Hermes e l'Origine dell'Ermeneutica 🐍💉
Un aspetto affascinante che emerge dalle ricerche del dott. Rossetti riguarda il ruolo del dio Hermes nella nascita e nell'evoluzione del culto di Asclepio. Secondo la versione del mito proposta da Robert Graves ne I Miti Greci, infatti, fu proprio Hermes a salvare il piccolo Asclepio dalla morte, estraendolo dal ventre della madre Coronide ormai senza vita 👼.
Questo intervento provvidenziale di Hermes assume un significato simbolico profondo: rappresenta l'incontro e l'accordo tra la scienza medica, incarnata da Asclepio, e l'interpretazione del male fisico e morale, di cui Hermes è il patrono 🤝.
La nascita della coppia divina Hermes-Asclepio segna dunque l'origine stessa dell'arte ermeneutica, intesa non solo come esegesi di testi sacri, ma soprattutto come scelta di auto-guarigione indotta dal sacro, che affonda le sue radici nel contesto medico-oracolare pre-ippocratico 🏥.
Grazie a questa felice unione, la téchne hermeneutikè, l'arte dell'interpretazione, divenne uno strumento fondamentale di cura e guarigione, tanto nei santuari di Asclepio sparsi nel Mediterraneo, quanto nelle pratiche del tarantismo salentino.
Anche solo questo legame tra Hermes e Asclepio, tra interpretazione e guarigione, ci rivela quanto profonde e antiche siano le radici del tarantismo, e quanto questo rito sia intimamente connesso con le più importanti tradizioni religiose e culturali del mondo classico 🌿.
Grazie a queste intuizioni, possiamo cogliere la straordinaria ricchezza e complessità di questo fenomeno, che è un vero e proprio tesoro di sapienza antica, capace di illuminare il nostro presente e di indicarci nuove vie di ricerca e di conoscenza 💡.
Un Legame con il Passato 🏛️
Ma quali sono le prove di questo affascinante legame?
Il dott. Rossetti ha individuato numerose analogie tra i riti del tarantismo e quelli praticati nei santuari di Asclepio nell'antica Grecia. Il culto di Asclepio, divinità della medicina, era estremamente diffuso nell'antichità, con oltre trecento santuari in Grecia e Magna Grecia, e ulteriormente promosso dai Romani attraverso la creazione di nuovi santuari e la riconversione di quelli preesistenti. Tra i principali santuari dedicati ad Asclepio si annoverano quelli di Tricca, Epidauro, Cos, Atene, Roma (sull'isola Tiberina), e Pergamo. Secondo Rossetti, in una sua intervista, esistono inoltre indizi di possibili santuari in Puglia, a Taranto e forse a Galatina, suggerendo una presenza del culto anche in queste aree.
Nella stessa intervista, racconta che, per lui, l'interesse e la diffusione dell'intreccio tra il culto di Asclepio e pratiche locali come il tarantismo in Puglia, è stata stimolata in origine dalla lettura dell'opera di Giorgio Cosmacini sulla storia della medicina.
In particolare, l'analogia tra i riti di incubazione onirica praticati nei santuari di Asclepio e quelli osservati nel tarantismo, dove i tarantati, cioè le persone "morse" dalla mitica tarantola, cercavano guarigione attraverso il sonno e i sogni 😴, ha portato a ipotizzare una continuità culturale e religiosa tra questi fenomeni. Ulteriori elementi simbolici e storici a Galatina, il cuore pulsante del tarantismo, come la presenza di elementi "miracolosi" e la collocazione astrale significativa, rinforzano l'ipotesi di una connessione tra il culto di Asclepio e le pratiche tarantistiche, suggerendo antiche radici religiose e terapeutiche legate alla divinità della medicina.
Ad esempio, a Galatina, c'è un pozzo sacro con acque terapeutiche, il pozzo di San Paolo, proprio come quelli presenti nei templi di Asclepio, chiamati "Asclepiei" 🚰.
E non è tutto: anche gli animali sacri, come il serpente 🐍, il cane 🐶 e la civetta 🦉, sono comuni a entrambi i culti.
Ma c'è di più! Sapevate che persino l'iconografia di San Paolo, il santo protettore dei tarantati, richiama quella classica di Asclepio? 🎨
Oltre il Demartinismo 🎥
Queste sorprendenti somiglianze hanno portato il dott. Rossetti a mettere in discussione l'interpretazione tradizionale del tarantismo proposta dal famoso etnologo Ernesto De Martino nel suo libro "La terra del rimorso" 📚. Secondo Rossetti, De Martino potrebbe aver trascurato le origini più antiche del fenomeno, influenzato dal contesto culturale e ideologico del suo tempo; non ebbe modo, inoltre, di vedere con i suoi occhi il pozzo di Galatina e quindi nemmeno la risoluzione del male dei Tarantati: il pozzo era stato chiuso per igiene, "contaminazione batterica dell'acqua", o meglio, come spiega Rossetti, perchè l'amministrazione galatinese dell'epoca Chirenti si atteneva alle direttive del partito comunista ai tempi di Togliatti e Alicata, che volevano svecchiare il paese e portarlo verso una modernizzazione.
De Martino, spiega ancora Rossetti, non può essere comunque accusato per essere stato influenzato dall'ideologia del suo tempo; il suo percorso intellettuale è stato segnato da diverse correnti politiche, dal fascismo mistico al comunismo staliniano, mostrando una frenesia di cambiamento ed evoluzione del suo pensiero. Egli era un intellettuale complesso, che esplorava vari ambiti come la storia delle religioni, l'antropologia culturale, l'etnologia, e molti altri, cercando di formulare una concezione di "credo civile"; non ebbe mai modo di collocare il tarantismo come pratica pre-Ippocratica, ma lo chiude nell'ambito "magico", classificandolo come credulità popolare, cattolica, ripudiando qualsiasi legame con qualcosa che potesse andare oltre il Medioevo e arrivando ad una diretta ed esclusiva giustificazione socio-psichiatrica slegata dal folklore antico, probabilmente considerato da De Martino un relitto, un rottame.
Le ricerche del dott. Rossetti si inseriscono in un dialogo aperto e fecondo con l'opera di De Martino; pur riconoscendo l'importanza e la presenza del demartinismo, propone una lettura in parte diversa sulle origini ancora più profonde del fenomeno, sottolineando le sue origini più antiche e le sue connessioni con il vasto panorama culturale del Mediterraneo. Questo dialogo tra prospettive diverse arricchisce la nostra comprensione del tarantismo, invitandoci a esplorare sempre nuove piste di ricerca e a mettere in discussione le certezze acquisite.
Una Tradizione che si Evolve 🌿
Lo vediamo anche ormai ai giorni nostri il fenomeno che deriva dalla corrente post-demartiniana, quello che oggi è mostrato a noi tramite il tarantismo mainstream, con l'apoteosi nel La Notte della Taranta. Il tarantismo si è trasformato, quindi, come sempre, dando vita a nuove forme di espressione, fino ad arrivare a quello che viene chiamato come Neotarantismo 🎨. Se dai tempi di De Martino il tarantismo era più che mai strettamente legato alla credenza nel potere curativo di San Paolo, oggi è diventato uno strascico di un fenomeno folkloristico, una festa di musica, danza e colori 🎶💃🕺.
Tuttavia, come ci spiega il dott. Rossetti, la "taranta", proprio come dicono i più famosi versi dei suoi canti, non è morta, e non deve morire lo studio sulle origini, andando anche oltre alle comuni attribuzioni delle tradizioni. Anche lo stesso neotarantismo infatti ci mostra come le tradizioni possano evolversi e adattarsi ai cambiamenti della società, senza perdere il profondo legame con le proprie radici culturali🌳.
Per esempio, prendiamo in esame la vera protagonista del Neotarantismo, la pizzica: 🎵 attraverso i suoi ritmi incalzanti e movimenti frenetici, i danzatori si liberano dalle paure, dalle tensioni e dallo stress, vivendo un momento di pura gioia, libertà e condivisione 😊;
la pizzica è diventata così un vero e proprio rito di passaggio, un modo per celebrare la vita e condividere emozioni con gli altri. E sapete cosa? Questo aspetto di liberazione e catarsi era presente anche nell'antico tarantismo, con le tarantate che ricordavano le Menadi, le seguaci del dio Dioniso, dio dell'estasi e del vino 🍇. Alcuni studiosi hanno infatti rintracciano elementi dionisiaci nel tarantismo, suggerendo un affascinante intreccio di influenze culturali e religiose.
Che dire... sicuramente vorremmo indagare più a fondo: questo è solo la punta dell'iceberg degli studi che il dott.Rossetti ci ha fornito, ma presto scriveremo ancora e, perchè no, magari con una sua bella intervista 🎙️, che è un piacere sentirlo parlare..
Vi linkiamo intanto qui due suoi articoli, uno più interessante dell'altro:
Il Tarantismo riesce sempre a stupirci come fenomeno che si osserva nell'oggi sui piedi di una donna che balla la pizzica fino ad arrivare agli antichi dèi greci e chissà, magari un giorno andremo anche più in là.. magari sarà proprio uno studioso contemporaneo, un appassionato o anche un lettore di Cuscènzia perchè no😅 ad andare ancora più a fondo e svelare nuovi segreti del tarantismo e a contribuire a tenere viva questa meravigliosa tradizione presente e misteriosamente Salentistica 😉.
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